Buone notizie dal traballante impero

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di Sonia Savioli

25 Luglio 2025

Stiamo assistendo allo sterminio della popolazione palestinese. Tutti stiamo assistendo, ed è una novità storica. Nella storia passata ci sono stati stermini e genocidi ma non erano mai sotto gli occhi di tutti.

I colonizzatori europei sterminavano indiani d’America, indios e africani ma, quando hanno cominciato ad esserci i giornali, i giornali non ne parlavano (ci vogliono soldi per fare un giornale, e chi ha soldi per un giornale molto spesso li ha fatti, indirettamente, grazie agli stermini) e altri strumenti d’informazione non ce n’erano.

I nazisti tedeschi fecero dello sterminio di ebrei e oppositori un’istituzione; un’organizzazione tecnica e sociale senza precedenti: molti sospettavano, pochi vedevano, molti non credevano.

Oggi assistiamo infine allo sterminio in diretta.

Ogni giorno Israele bombarda gente inerme e affamata, in coda per ottenere un po’ di cibo. Sessanta ieri, quaranta ier l’altro, centotrenta oggi… Bambini, donne, uomini vengono abbattuti con intenzione e calcolo, come si trattasse di formiche che ti hanno invaso la casa.

Molti di noi avrebbero compassione delle formiche, e cercherebbero di cacciarle fuori senza ucciderle, ma la vicenda palestinese è del tutto inedita, perché sono gli israeliani le “formiche” che hanno invaso la casa dei palestinesi e che, a differenza di tutti gli invasori della storia precedente, non sono minimamente disposti nemmeno a condividerla con coloro che hanno invaso. Vogliono annientarli. E tutti assistiamo ogni giorno ai massacri, alla fame, al terrore. E vediamo, come mai prima, la criminalità e l’ipocrisia di un ceto politico occidentale e non solo, ladro e assassino per procura.

“Israele sta facendo il lavoro sporco per noi” ha detto Merz, il personaggio che i tedeschi hanno eletto capo del loro governo, ammettendo, con l’arrogante sincerità del criminale di professione, di essere tra i mandanti del massacro. Perché è nell’interesse del capitalismo globale, e dunque di quella fondamentale parte del suo impero che è l’Unione Europea, che Israele, suo avamposto in Medio Oriente, vinca e si espanda, e che i paesi arabi siano o complici o sotto ricatto in un’area in cui la guerra deve essere sempre incombente.

Però le buone notizie ci sono, e vengono da un altrove. Un mondo “altro” che sta scrollandosi dal dominio del globalcapitalismo.

Il 31 gennaio scorso otto nazioni, riunitesi a l’Aia, hanno ufficialmente formato “The Hague Group”, unendosi con lo scopo e la missione di intraprendere misure giuridiche e diplomatiche coordinate per difendere il diritto internazionale e attuare una concreta solidarietà con il popolo palestinese… tranciare i legami di complicità con Israele”.

Queste misure sono, tra l’altro: bloccare il trasferimento o la fornitura di armi, munizioni, combustibile militare, equipaggiamenti militari e prodotti di possibile uso militare a Israele; bloccare il transito, l’attracco e la fornitura di servizi a navi che trasportino armi, munizioni, combustibile militare e prodotti di uso militare a Israele; revisione urgente di tutti i contratti pubblici per impedire che istituzioni o fondi pubblici sostengano l’occupazione illegale di Israele nei territori palestinesi; punire i criminali di guerra.

Sono dodici ora le nazioni che hanno sottoscritto questi impegni: Colombia, Sudafrica, Bolivia, Cuba, Malesia, Namibia, Nicaragua, Oman, Libia, Irak, Indonesia, Saint Vincent & Grenadines.

Namibia e Malesia avevano già impedito a navi che trasportavano armi in Israele di attraccare nei loro porti, la Colombia aveva già bloccato l’esportazione di carbone in Israele.

Questi, che hanno deciso di “rompere i legami di complicità con Israele” sono tutti, a parte l’Oman, paesi poveri, cioè impoveriti dal neocoloniale capitalismo globale. Alcuni di loro sono paesi che hanno dovuto subire in tempi recenti le guerre e le aggressioni dell’impero capitalista. Chiedono agli altri Stati di aderire a queste misure entro il 20 settembre prossimo. Di rompere quei legami di complicità che il suddetto Merz ha reso così espliciti. Israele sta facendo il lavoro sporco per noi.

Ma la verità è che non può farlo tutto Israele, perché tutto sporco è ormai il lavoro di Merz e dei politici occidentali, e non solo. Essere i lacché del capitalismo multinazionalfinanziario oggi è come essere i picciotti delle mafie: bisogna partecipare ai crimini.

Ma dalla provincia dell’Impero arrivano buone notizie.

“La storia dirà un giorno la sua parola ma non sarà la storia che si insegna a Bruxelles, a Parigi, a Washington o alle Nazioni Unite, ma quella che si insegnerà nei paesi liberati dal colonialismo e dai suoi fantocci”.

(Patrice Lumumba, primo ministro della Repubblica Democratica del Congo, assassinato il 17 gennaio 1961 dai fantocci e dai mercenari del Belgio, con l’aiuto della CIA).

1)https://www.repubblica.it/esteri/2025/06/18/news/merz_loda_netanyahu__lavoro_sporco_per_noi_trump_macron-424675816/

2)https://thehaguegroup.org/meetings-bogota-en/